Care ragazze e cari ragazzi,

non nascondo che ho dovuto riflettere più a lungo rispetto agli anni scorsi prima di mettermi a scrivere questa lettera di saluto per l’inizio del nuovo anno poiché so di correre il rischio di scrivere parole che vogliono essere incoraggianti affinché affrontiate con ottimismo il lavoro che vi attende, ma che voi le leggiate come dovute e non sentite, necessarie ma non agganciate alla realtà che state vivendo.

Mi piacerebbe capire come concepite oggi il vostro presente e come guardate il vostro futuro per cercare di essere, come ho sempre cercato di fare, vicino ai vostri problemi e alle vostre attese per aiutarvi nella costruzione concreta di quanto desiderate o, chiamiamolo con un nome più bello, di quanto sognate di raggiungere nel vostro futuro.

 Gli anni che state passando sono lunghi e complessi e, sicuramente, fra i più difficili tra quelli che hanno vissuto i ragazzi della vostra età negli ultimi decenni: quasi tre anni di pandemia di cui l’ultimo incrociato con lo scoppio della guerra in Europa, una guerra che nessuno si aspettava. È inevitabile che questa situazione vi abbia portato ansia, preoccupazione e, diciamolo senza timore, anche qualche paura, ma come ha detto Papa Francesco ai ragazzi della vostra età riuniti a Roma nell’aprile scorso. “Non abbiate paura della vita: la vita è bella, la vita è per viverla, la vita è per condividerla con gli altri”, invitando ad avere due qualità che spesso mancano agli adulti: fiuto e coraggio.

Con queste due qualità occorre “buttarsi nella vita” con generosità, senza paura sognando alla grande, poiché come ricordavo lo scorso anno “solo chi sogna in grande ha un grande futuro”.

Ritengo che l’anno che ci aspetta vada vissuto così: nella costruzione di rapporti, nella condivisione e nel dialogo per recuperare anche tutta quella parte di socialità che abbiamo lasciato per strada con la pandemia, per tornare ad avere obiettivi e sognare, per vincere insieme le paure.

Nella nostra scuola l’insegnare si fonda sulla costruzione di una positiva relazione personale e educativa tra studente e insegnante. Una premessa importante perché è ciò in cui crediamo e riteniamo indispensabile per aiutarvi a valorizzare il meglio che avete dentro di voi ed aiutarvi a crescere come persone. Ma noi non bastiamo, ci dovete essere anche voi e, se ci pensate può essere una grande occasione per vivere a pieno la scuola e dare un grande significato alla vostra presenza ed alle vostre fatiche.

Questo non significa trascurare l’obiettivo di una buona preparazione, ma cercare di raggiungerlo in un modo diverso, più “pieno”. La bella tradizione di buoni risultati agli Esami di Stato (anche negli ultimi di luglio scorso tutti i vostri compagni sono stati promossi con media superiore ad 82/100 e diverse eccellenze) va sicuramente continuata, perché vi apre le porte per le scelte che avete nel cuore e vi aiuteranno ad imboccare la strada desiderata.

La sfida che vi propongo é di giocare questo anno scolastico “in squadra”. Cercare insieme ai vostri docenti quale sia la modalità didattica migliore perché possiate dare il meglio di voi stessi.

Affrontare lo studio con passione, a partire dalle materie che prediligete, coniugandolo in una relazione educativa di studio con i vostri docenti. Questo darà senso e significato a quello che farete e se ci riuscirete starete bene a scuola e ci verrete volentieri.

“Giocate in squadra” ed aiutate i vostri insegnanti ad arricchire il lavoro in classe con vostri contributi, proponendo approfondimenti per gli aspetti che vi interessano di più, strumenti, innovazioni, iniziative esterne utili ad arricchire quanto si è svolto in classe. Vi aiuterà ad avere un motivo per cui ogni giorno varrà, ancor più, la pena di venire a scuola, ascoltare ed arricchirvi del lavoro con i vostri insegnanti.

Difficile? Troppo fuori dagli schemi? Sicuramente interessante! Provate! Ci confronteremo e ne riparleremo durante e a fine anno.

Buon anno a voi e alle vostre famiglie.

Milano, 12 settembre 2022